lunedì 5 agosto 2019

TUTA

MODA/ Tuta per una, tuta per tutte. Con i lustrini e le nuvole di piume, le tute , specie se coloratissime e attillate o accese da lampi imprevisti, sono uno degli ingredienti dell'#estetica #camp. Non stupisce che abbiano trionfato al gala Camp Notes on Fashion, del Metropolitan Museum di New York . A parte tante star e #griffe come Gucci, che della tuta ha voluto cogliere il lato più #glamour e sopra le righe, questo capo sta vivendo la sua ennesima giovinezza anche nella più sobrie interpretazioni. Da quelle sartoriali di Genny a quelle sofisticate di Armani che per la collezione Emporio le ha pensate in un raffinato #greige e illuminate da piogge di collane. E pensare che questo indumento era nato nel clima di #economia del primo dopoguerra. Dopo il 1919 ,Thayaht concepì la tuta come abito universale. La tuta, nonostante la sua semplicità venne adotatta anche dalle signore #chic. La tuta piaceva alle operaie come alle signore ed assumeva valore proletario. Non dobbiamo dimenticare che era l'epoca in cui, grazie a #Chanel, lo #stile  di strada stava entrando nella haute couture. E la #moda , dopo secoli di costrizioni, iniziò un nuovo corso, dove l'eleganza iniziava proprio dalla comodità. Stravagante, colorata oppure lineare, l'importante è che sia una tuta. #1 Emporio Armani, #2 Balenciaga, #3 Genny, #4 Hermés, #5 Luisa Spagnoli, #6 Tommy Hilfiger. Massimiliano, credits Io donna

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